È una classificazione (pubblicata il 1 gennaio 2008) alfa-numerica di tutte le attività economiche presenti sul territorio italiano adottata dall’ISTAT per poter svolgere a sua volta rilevazioni statistiche di carattere economico. Questo viene fornito dalla Camera di Commercio all’apertura di una nuova attività.
Le lettere stanno ad indicare il macro-settore dell’area economica di appartenenze:
Mentre i numeri sono la rappresentanza dei diversi gradi di dettaglio, le articolazioni e le disaggregazioni dei settori stessi.
Per trovare il numero della propria attività è possibile consultare il certificato di attribuzione della P.IVA, la visura camerale o visitare il sito dell’ISTAT.
Prendiamo il seguente codice F42.13.00; esso richiama “costruzioni di ponti e gallerie”:
L’esempio sopra proposto è stato scelto in quanto non sempre nel codice ATECO si possono trovare differenza tra “categorie” e ” sotto categorie”; in questo caso si ha un solo codice.
È utile per le comunicazioni e le dichiarazioni all’Agenzia delle Entrate in sostituzione del “ATECOFIN 2004”.
Con il codice ATECO è possibile sapere la fascia di rischio di attribuzione della propria attività, quindi sapere quali sono le misure di sicurezza di un locale, di prevenzione e protezione dei lavoratori, la formazione in tema di salute e sicurezza sul lavoro.
Se un’attività economica ha diversi campi d’azione il codice ATECO primario sarà quello riferito all’attività che contribuisce in percentuale maggiore al valore aggiunto dell’unità; le altre attività avranno un codice ATECO secondario.
Il codice ATECO è obbligatorio quando si partecipa ad un bando per la Pubblica Amministrazione o si tratta con la Pubblica Amministrazione.
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