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Criterio di efficienza

Criterio di compensazione

È una locuzione utilizzata per indicare i problemi che possono emergere nel momento che si confrontano due scelte per determinare quale delle due sia più efficiente (in economia e analisi organizzativa, misura dell’input richiesto da un sistema per raggiungere un output specifico) e che porti ad un effettivo benessere sociale.

La teoria della compensazione è stata redatta da Nicholas Kaldor (economista ungherese) e John Richard Hicks (economista inglese) per ovviare alle difficoltà riscontrate nell’affrontare i problemi secondo la logica del criterio dell’ottimo paretiano.

Il criterio afferma che una modifica nell’allocazione delle risorse potrebbe essere efficiente se il risultato ottenuto, da alcune componenti, supera le perdite subite da altri componenti (ad esempio nelle situazioni monopolistiche, la perdita del monopolio è compensata da coloro verso i quali l’alterazione dell’allocazione ha operato favorevolmente per la libera concorrenza).

Misurare l’“efficienza” significa chiedersi se la valutazione monetaria, degli input utilizzati per produrre un certo obiettivo, rappresenti i costi minimi possibili associati al suo raggiungimento ovvero misurare l’“inefficienza” significa che l’obiettivo è stato raggiunto con costi superiori.

I costi e i benefici saranno misurati in una valuta (monetariamente misurabile) più specificamente attraverso il concetto di efficienza x (grado in cui un insieme di input raggiunge il massimo livello di output possibile con tali input).

La teoria di mercato (si compone da diverse teorie che spiegano il funzionamento dei mercati, di base è il luogo dove si svolgono gli scambi tra compratori e venditori) prevede che tutte le imprese saranno “x-efficienti” (condizioni di concorrenza perfetta), poiché i concorrenti estrometterebbero dal mercato le imprese (x-inefficienti) per lunghi periodi.