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Prossemica

Il termine viene utilizzato per identificare una disciplina semilogica (studio del segno) per indicare lo studio delle relazioni di vicinanza nella comunicazione.

La sua etimologia (studio dell’origine e della storia delle parole, la loro evoluzione fonetica, morfologica e semantica) ha portato alla conclusione che l’antropologo Edward T. Hall l’abbia coniata unendo il termine latino proximitas (prossimità) e il termine inglese phonemics (fonemica).

L’antropologo osservò le distanze relazionali correlando le persone e la distanza fisica delineando quattro aree interpersonali (rapporto sociale che intercorre tra due o più individui):

  • intima: distanza da 0 a 45 cm;
  • personale (interazione tra amici): distanza da 46 cm a 120 cm;
  • sociale (comunicazione tra conoscenti o il rapporto insegnante-allievo): distanza misurata in metri (1 mt, 2 m, 3 m, 4 m, 5 m);
  • pubblica (pubbliche relazioni): distanza misurata in metri (oltre i 3 m, 4 m, 5 m).

Come tutti i linguaggi, anche la prossemica varia da luogo a luogo. Lo stesso Edward T. Hall nel suo libro La dimensione nascosta osservò che la distanza da mantenere, interloquendo con altre persone e attraverso cui ci si sente a proprio agio, dipende dalla propria cultura.