Divisione del lavoro
È una locuzione utilizzata per indicare la ripartizione dei compiti, delle specializzazioni, dei mestieri, delle professioni tra i diversi individui di una collettività (fattori della produzione).
La divisione del lavoro, di norma, è preceduta dalla gerarchia del lavoro in quanto il lavoro deve essere ripartito per l’ottimizzazione dell’organizzazione e/o dei processi lavorativi secondo il principio di equità e competenza.
Nelle economie capitaliste (sistema economico in cui la produzione e il mercato sono regolati dalla domanda e dall’offerta) ci si basa sul principio del massimo rendimento con minimo sforzo (i benefici siano maggiori degli svantaggi) e quello che funziona per una organizzazione non è universalmente applicabile alle altre.
I vantaggi che le organizzazioni posso avere sono:
- efficienza in termini di tempo;
- riduzione del tempo necessario per la formazione del dipendente;
- incremento la produttività delle singole fasi produttive;
- automazione di processi;
- riduzione del passaggio fasi tra un processo e l’altro;
- maggiore responsabilità da parte del dipendente;
- aumento del prodotto finito (quantità).
Ma una divisione del lavoro può avere anche dei lati negativi:
- mancanza di motivazione;
- crescente dipendenza delle singole fasi processuali;
- perdita di flessibilità;
- costi di avviamento più elevati;
- difficoltà nel problem solving.