Requisiti, Limiti, Contributi e Adempimenti Fiscali per il Regime Forfettario – Guida Completa Aggiornata 2025
Il regime forfettario è un regime fiscale agevolato riservato alle persone fisiche titolari di partita IVA individuale, volto a semplificare gli adempimenti contabili e fiscali e a ridurre l’imposizione tributaria.
Per poter aderire, è necessario verificare specifici requisiti relativi all’anno di imposta precedente a quello in cui si richiede l’accesso. Tale verifica si basa sui dati indicati nella dichiarazione dei redditi e, se presenti, nella dichiarazione IVA, relativamente ai ricavi, compensi e spese sostenute.
Solo se tutti i requisiti risultano rispettati, il contribuente può optare per l’applicazione del regime forfettario.
Limite di ricavi o compensi
Per accedere al regime forfettario, il totale dei ricavi o compensi conseguiti nell’anno precedente non devono superare gli 85.000,00 €.
Questo limite rappresenta il principale vincolo per l’ammissibilità al regime e deve essere calcolato considerando tutte le attività svolte dal contribuente:
- avvio dell’attività in corso d’anno: se la partita IVA è stata aperta durante l’anno, il limite di 85.000,00 € va ragguagliato in proporzione ai mesi di effettiva attività. Ad esempio, se l’attività è iniziata a luglio, il limite sarà pari a circa 42.500,00 € (85.000,00 € × 6/12);
- più attività con codici ATECO diversi: se il contribuente svolge contemporaneamente più attività, è necessario sommare i ricavi o compensi di tutte le attività. Il limite di 85.000,00 € si applica al totale complessivo, indipendentemente dal codice ATECO utilizzato.
Se si percepiscono ricavi da attività occasionali, questi devono comunque essere inclusi nel calcolo dei limiti.
I ricavi esenti da IVA o non soggetti a registrazione contabile (ad esempio alcune prestazioni professionali occasionali) devono essere dichiarati e concorrono al limite complessivo.
Il rispetto del limite dei ricavi/compensi è essenziale per mantenere i vantaggi del regime forfettario e per evitare l’uscita automatica dal regime nell’anno successivo.
| Mese di apertura | Mesi di attività nell’anno | Limite massimo ricavi/compensi (€) |
| Gennaio | 12 | 85.000,00 |
| Febbraio | 11 | 77.916,66 |
| Marzo | 10 | 70.833,33 |
| Aprile | 9 | 63.750,00 |
| Maggio | 8 | 56.666,66 |
| Giugno | 7 | 49.583,33 |
| Luglio | 6 | 42.500,00 |
| Agosto | 5 | 35.416,66 |
| Settembre | 4 | 28.333,33 |
| Ottobre | 3 | 21.250,00 |
| Novembre | 2 | 14.167,66 |
| Dicembre | 1 | 7.083,33 |
Se la partita IVA viene aperta in un giorno specifico dell’anno, il limite dei ricavi/compensi va calcolato proporzionalmente ai giorni effettivi di attività.
La formula è: Limite proporzionale = 85.000,00 x (giorni di attività / 365)
Facciamo un esempio pratica e supponiamo che apriamo la partita IVA il 15 marzo quindi dal 15 marzo al 31 dicembre ci sono 292 (marzo ha 31 giorni quindi si sommano i giorni rimanenti d quello di apertura e i giorni dei singoli mesi a seguire) giorni di attività.
Limite proporzionale = 85.000,00 × (292/365) ≈ 68.000,00 €
In questo modo, anche chi inizia l’attività a metà mese o in un giorno qualsiasi può determinare con precisione il limite massimo di ricavi per rimanere nel regime forfettario.
Se ci troviamo in un anno bisestile il denominatore sarà di 366 giorni solo se si apre la partita IVA prima o durante febbraio, il giorno in più va incluso nel conteggio dei giorni di attività ma se si apre dal primo giorno del mese di marzo il denominatore non cambia.
Spese per lavoro
Per accedere al regime forfettario, l’ammontare complessivo delle spese sostenute per il lavoro non deve superare 20.000,00 € lordi comulativi nell’anno di riferimento.
Questo limite comprende:
- Lavoro dipendente: stipendi, contributi previdenziali e TFR (Trattamento di Fine Rapporto);
- Collaboratori a progetto o coordinati: compensi e contributi obbligatori;
- Lavoro accessorio o occasionale: voucher, compensi per prestazioni occasionali o accessorie.
In pratica: Spese complessive = stipendi + collaboratori + lavoro accessorio ≤ 20.000,00 €
Nel contesto del regime forfettario:
- il limite di 20.000,00 € cumulativo riguarda stipendi e compensi lordi per lavoro dipendente, collaboratori e lavoro accessorio, quindi normalmente include il TFR (Trattamento di Fine Rapporto) dei dipendenti, ma non il TFM (Trattamento di Fine Mandato), che è un trattamento legato a cariche societarie o professionali.
- se un contribuente percepisce TFM (Trattamento di Fine Mandato) in qualità di amministratore o sindaco, questo importo non rientra nel limite dei 20.000,00 € previsto dal regime forfettario per le spese relative al personale. Tuttavia, va dichiarato correttamente come compenso della carica nella dichiarazione dei redditi.
Se una partita IVA sostiene le spese di 12.000,00 € per lavoro dipendente, di 6.000,00 € per i collaboratori e 3.000,00 € per il lavoro accessorio supera il limite dei 20.000,00 € quindi non può accedere o è esclusa dal regime forfettario.
Il calcolo va effettuato sommando tutte le spese lorde, cioè prima di eventuali detrazioni fiscali o contributive, ma vanno escluse altre tipologie di costi, come affitti, utenze, acquisto di beni strumentali o materiali di consumo.
Se il limite di 20.000,00 viene superato, il contribuente non può accedere o deve uscire dal regime forfettario nell’anno successivo; nel caso di attività iniziata in corso d’anno, non è previsto un ragguaglio proporzionale: il limite di 20.000,00 € si applica integralmente sull’anno, indipendentemente dai mesi di attività.
Per chi ha più collaboratori o rapporti occasionali, è consigliabile tenere un registro dettagliato dei pagamenti e dei relativi contributi, così da verificare facilmente il rispetto del limite e evitare sanzioni o l’esclusione dal regime.
Beni strumentali
Nel regime forfettario non esistono limiti relativi all’acquisto di beni strumentali, ovvero quegli investimenti necessari per lo svolgimento dell’attività. Questo significa che il contribuente può acquistare attrezzature, strumenti, macchinari o altri beni funzionali all’attività senza che tali spese precludano l’accesso o il mantenimento del regime agevolato.
Cosa rientra tra i beni strumentali:
- attrezzature professionali e macchinari;
- computer, software e dispositivi elettronici necessari all’attività;
- arredi e strumenti di lavoro;
- veicoli aziendali, se strettamente funzionali all’attività.
Sebbene non ci siano limiti di spesa, i beni strumentali devono essere utilizzati per l’attività professionale o imprenditoriale e non rientrano nel concetto di beni strumentali le spese personali o non funzionali all’attività.
Per il regime forfettario, non è necessario ammortizzare il costo dei beni strumentali come nel regime ordinario: il reddito imponibile viene calcolato applicando il coefficiente di redditività ai ricavi, indipendentemente dagli investimenti.
È comunque consigliabile conservare le fatture e i documenti di acquisto per eventuali controlli fiscali.
Investire in beni strumentali può essere vantaggioso perché consente di modernizzare l’attività senza incidere sui limiti di accesso al regime forfettario e senza influire direttamente sulla base imponibile.
Altri requisiti e limitazioni
Il regime forfettario è riservato esclusivamente alle persone fisiche titolari di partita IVA individuale. Pertanto, società di persone, società di capitali, associazioni professionali o cooperative non possono accedere a questo regime agevolato.
Alcune attività sono espressamente escluse dal regime forfettario, tra cui:
- compravendita di immobili o terreni edificabili;
- compravendita di beni nuovi di lusso;
- attività che comportano l’applicazione di regimi speciali IVA (ad esempio agricoltura speciale o agenzie di viaggio con particolari regimi IVA);
- altre attività definite dalla normativa che prevedono esclusioni specifiche.
Il mancato rispetto di uno dei requisiti previsti comporta:
- perdita del diritto al regime forfettario a partire dall’anno successivo;
- necessità di passare al regime ordinario con applicazione ordinaria dell’IVA e dei regimi contabili standard;
- obbligo di adeguamento di contabilità e adempimenti fiscali ordinari, compresa la gestione degli ammortamenti, fatturazione ordinaria e dichiarazioni IVA.
È importante monitorare costantemente ricavi, compensi e spese, nonché la tipologia di attività svolta, per evitare di superare i limiti o incorrere in esclusioni, garantendo così il mantenimento dei benefici del regime forfettario.