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Volatilità

Valore del rischio

È l’indice di rischio e si esprime in percentuale; permette di misurare la variazione di un dato o un evento nel corso del tempo e si calcola dalla differenza dei valori medi, quindi, misura l’incertezza futura.

La volatilità può essere:

  • historical volatility (volatilità storica): è utile quando viene messo a confronto con le performance passate;
  • downside volatility (deviazione al ribasso): serve a misurare la volatilità associata solamente alle perdite;
  • expected volatility (volatilità attesa): indica presumibilmente quale sarà la volatilità futura per fornire un’idea sul rischio.

Le tipologie di volatilità più utilizzate sono:

  • la volatilità attesa: è un dato incerto perché deriva da come e da quanto ci interessa stimare tramite modelli matematico-statistici;
  • la volatilità storica: deviazione standard calcolata a partire dai rendimenti passati di un asset in uno specifico arco di tempo (movimenti al rialzo e al ribasso);
  • la volatilità implicita: esprime la sicurezza o l’incertezza degli operatori del mercato azionario nel loro complesso, ossia qualifica e quantifica il loro sentiment (maggiore è l’incertezza e più si è disposti a pagare per fissare il prezzo di uno scambio in futuro);
  • la volatilità implicita annua: esprime una stima effettuata dal market maker della volatilità attesa del sottostante, durante la vita residua del covered warrant;
  • la volatilità d’investimento: indica la variazione percentuale del valore di un titolo o un portafoglio: è una misura dell’intensità dell’oscillazione;
  • la volatilità finanziaria: aiuta gli investitori nelle scelte di trading e può essere misurata in base su dati historical volatility o su dati expected volatility.