I Ratei e Risconti sono quote di entrata e uscita sui costi e sui ricavi attualmente maturati o non maturati; sono quote di costi o di ricavi di riferimento a due o più esercizi contabili.
Vengono annoverati tra le scritture di assestamento che vengono effettuate a fine esercizio, in modo da redigere il bilancio.
Uno dei principi basilari per la scrittura de i ratei e risconti, in bilancio, è il principio della competenza economica; la contabilizzazione di costi e ricavi corrisponde con quello della loro maturazione e non con quello dell’effettivo pagamento o incasso.
È in questo ambito che ratei e risconti trovano la propria ragion d’essere.
Il codice civile disciplina il principio della competenza economica (ratei e risconti) nell’art. 2423-bis. Tale principio è altresì stato recepito dalla normativa fiscale TUIR poiché dal risultato di esercizio si parte per la determinazione dei redditi di impresa soggetti a tassazione.
Ulteriore disciplina dei ratei e risconti la troviamo nel documento 18 dell’OIC (Organismo Italiano di Contabilità).
I ratei attivi e passivi fanno parte di quelle che vengono chiamate operazioni di integrazione.
La loro funzione è quella di rilevare un costo o un ricavo che è di competenza dell’esercizio in corso (quello per il quale stiamo redigendo il bilancio), ma che avrà manifestazione finanziaria (e quindi il pagamento o la riscossione effettiva) nell’esercizio successivo.
Si tratta quindi di inserire, attraverso lo strumento delle operazioni di integrazione, variazioni positive o negative che non possono essere imputate all’esercizio in corso (e che quindi non vengono registrati) in quanto non ancora incassati o pagati.
I risconti attivi e passivi, sono invece considerati nell’ambito delle operazioni di rettifica; in questo caso andiamo a rettificare quote di costi o ricavi già registrati essendosi verificati nell’anno in corso il pagamento o la riscossione; nella realtà sono di competenza di esercizi futuri.
Vediamoli singolarmente per capirne meglio il funzionamento per calcolare le quote attuali (rateo) e le future (risconto).
Si tratta di quote di ricavi di competenza del corrente esercizio che saranno però incassate in esercizi futuri.
Supponiamo un finanziamento ancora in essere i cui interessi vengono liquidati posticipatamente. Supponiamo che gli interessi si riferiscano al periodo 30/09/2010 – 31/03/2011 e che l’importo totale sia di euro 7.500.
Vediamo che gli interessi sono in parte di competenza del 2010 (per un totale di 92 giorni) e in parte di competenza del 2011 (90 giorni).
Essendo incassati posticipatamente nel 2011 sarà registrata l’effettiva movimentazione di cassa, mentre nel 2010 avremo una quota di interessi che è di competenza dell’anno, ma che di fatto non andrà a movimentare la cassa.
Il 31/12/2010, abbiamo registrato un rateo attivo relativamente alla quota di competenza 2010 pari a:
rateo attivo =
[importo totale] * [gg competenza anno corrente] / [gg totali di riferimento] =
(7.500 €*92)/182 =
3791,20 €
ESEMPIO di RATEO PASSIVO
Sono quote di costi relativi all’esercizio corrente che saranno liquidati in esercizi futuri.
Facciamo l’esempio degli interessi posticipati su mutuo.
Supponiamo di avere come periodo di riferimento per la rata 01/11/2010 – 31/01/2011.
La quota di interessi sul mutuo relativa al periodo 01/11/2010-31/12/2010 rappresenta un rateo passivo, di fatto gli interessi verranno corrisposti alla banca il 31/01/2011.
Supponiamo che il totale interessi sia 850 €:
rateo passivo =
[importo totale] * [gg competenza anno corrente] / [gg totali di riferimento] =
(850 €*61)/92 =
563, 58 €
Parliamo di un costo già rilevato nell’esercizio corrente, ma di competenza (totale o parziale) dell’esercizio successivo.
Il 31/10/2010 abbiamo pagato il canone relativo al periodo 31/10/2010 – 30/04/2011; pari a 2.000 €.
Il canone di affitto è di competenza del 2010 per 62 giorni, mentre è di competenza del 2011 per 120 giorni (quota di risconto).
risconto attivo =
[importo totale] * [gg competenza anno corrente] / [gg totali di riferimento] =
(2000 €*120)/182 =
1318,68 €
Parliamo di un ricavo già contabilizzato, ma di competenza dell’anno successivo. Facciamo l’esempio dei canoni di locazione attivi.
Il 01/12/2010 abbiamo incassato un canone di locazione di 10.000 € relativo al periodo 01/12/2012 – 28/02/2011, l’importo di competenza del 2011 (59 gg) da registrare come riconto passivo sarà pari a:
risconto passivo =
[importo totale] * [gg competenza anno corrente] / [gg totali di riferimento] =
(10.000 €*59)/90 =
6.555,55 €