Di storie sulle fatture (non quelle delle streghe, ma poco ci manca) un commercialista o un esperto contabile ne racconta quante ne volete.
Potrei giocare sulle parole: fattura = iattura
Ossia disgrazia, malocchio, sventura.
E so che la cosa vi fa sorridere, perché altrettante storie le potete raccontare anche voi, vissute sulla vostra pelle. A cominciare dalla prima.
La prima in assoluto, quella da cui è partita la carriera di libero professionista o di grande imprenditore (siamo tutti molto “liberi” e molto “grandi” alla luce dei nostri occhi).
Quante domande al commercialista, quanti prototipi di stampa chiedendosi se fosse compilata correttamente, quante ansie sino al pagamento finale dal cliente, come una sorta di “certificazione ultima” per cui si sapeva emettere “la” fattura.
L’emozione del pagamento. Poi qualche primo errore: la data, l’importo, l’IVA, ancora rimediabili; poi note di credito, di debito e nel frattempo l’attività cresceva.
E poi i pagamenti sempre più rari…
…oh questa è un’altra storia.
Un pezzo di carta, portavoce di una immagine identitaria, quando corredata di colori e un marchio, un brand dietro cui c’è un’impresa, il suo capitale umano, la sua credibilità e affidabilità, un trasferimento di beni e servizi, denaro con il quale si alimenta il futuro delle famiglie dei propri collaboratori e dipendenti, oltre che la propria.
Un pezzo di carta che classificato, catalogato, aggregato, contabilizzato diventa uno strumento a supporto delle decisioni:
Per non parlare delle contestazioni, delle non conformità di merce, dei resi, e molto altro ancora.
Oggi la fattura cartacea è andata in pensione e la tecnologia la sta accompagnando perché non se ne senta la mancanza (con buona pace degli ambientalisti e delle foreste).
Gradualmente, soprattutto grazie alla diffusione di tecnologie a basso costo, si sta procedendo alla sostituzione di un intero processo.
Dalla sua emissione alla sua ricezione, alla sua archiviazione nel tempo, in conformità a normative che garantiscano tutela, certezza, sicurezza, affidabilità e inalterabilità delle parti, dei dati in essa contenuti.
I principali attori, emittente e destinatario, i due intermediari più prossimi, commercialisti e/o esperti contabili, Enti Pubblici e Privati e la famigerata Agenzia delle Entrate si sono adeguati a un processo che punta alla dematerializzazione della fattura.
Quasi nulla di questo processo: ci sarà sempre chi emette e chi riceve una o più fatture. Quasi tutto: utilizziamo di più i computer, gli smartphone, magari i pagamenti elettronici e altri giocattolini tecnologici.
Come tutte le cose nuove, all’inizio ha fatto un po’ paura, ma le sfide sono belle perché si raccolgono e alla fine, quando i meccanismi si conoscono e padroneggiano, si scopre che certi terrorismi sono ingiustificati: di sicuro un imprenditore lotta contro i rischi ogni giorno, figurati se non può correre questo.
E poi, è un rischio calcolato.
Le pagine che seguono raccontano due cose:
Per tutto il resto c’è sempre il #caroconsulente di fiducia.