La ritenuta d’acconto è una trattenuta che agisce sugli introiti derivanti da lavoro autonomo; si tratta di; un’anticipazione delle tasse che vengono sottratte al momento del pagamento della prestazione.
Quindi essa incide sui redditi da:
Ora procediamo ad analizzare le singole ritenute d’acconto.
Per queste figure fiscali essa grava sui compensi addebitati dai lavoratori autonomi nei confronti dei Titolari di P.IVA a prescindere che esse siano imprese o liberi professionisti.
Assume il ruolo di sostituto d’imposta il soggetto debitore che effettua il versamento all’erario al posto del professionista che si vede decurtata parte della sua prestazione.
L’aliquota ordinaria corrisponde al 20% dell’imponibile, eccezione per le fatture di provvigione che si calcola considerando il 13% del 50% dell’imponibile.
Il debitore dovrà versare solo la differenza al netto della ritenuta (art. 25 del DPR n.600 del 29/11/1973) e versamento si effettuerà tramite il modulo F24 entro il 16 del mese successivo compilando la sezione erario con il codice 1040, il mese e l’anno del compenso dovuto.
Ad esempio una fattura pagata a marzo 2020 riporterà il versamento della ritenuta d’acconto entro il 16 aprile con il codice tributo 1040, mese 4, anno 2020 e ovviamente l’importo.
Sul lavoro dipendente e assimilati grava sulle retribuzioni percepite.
Essa viene versata all’erario tramite il modello F24 nella stessa maniera che si effettua per i lavoratori autonomi (codice, mese e anno di pagamento al dipendente) quindi compilando la sezione:
Anche in questo caso abbiamo l’obbligo della certificazione unica (ex modello CUD – certificato unico dipendente) da effettuarsi entro il 31 marzo dell’anno successivo verso tutti i lavoratori dipendenti o assimilati interessati da corrisposte retribuzioni per l’anno precedente.
Esiste un modello già predisposto dall’Agenzia delle Entrate per le ritenute fiscali, contributive e assicurative detratte.
Essa viene versata all’erario tramite il modello F24 nella stessa maniera che si effettua per i lavoratori autonomi e dipendenti (codice, mese e anno di pagamento dei redditi da capitale) compilando il campo erario.
Anche in questo caso bisogna presentare una certificazione tramite l’apposito modello dell’Agenzia delle Entrate entro il 28 febbraio dell’anno successivo a quello del pagamento.
Successivamente le certificazioni vanno allegate al modello 770 ordinario dei sostituti di imposta; gli estremi vanno indicati in uno dei seguenti quadri a seconda della tipologia del reddito liquidato:
Gli estremi dei versamenti fatti con il modello F24 andranno inseriti nel quadro ST.
Sono vincolati alla ritenuta d’acconto anche i seguenti redditi derivanti da:
Il versamento viene effettuato tramite il modello F24 compilando la sezione erario ed indicando il codice del tributo, il mese, l’anno di liquidazione dei redditi.
Gli estremi dei redditi corrisposti e le rispettive ritenute vanno indicati sul modello 770 ordinario nei seguenti quadri:
Gli estremi dei versamenti fatti con il modello F24 andranno inseriti nel quadro ST.
I soggetti che possono emettere fattura con la ritenuta sono:
La percentuale è del 20% sulla base imponibile, tuttavia esistono casi particolari in cui si calcola sul 75% o sul 60% e non sul totale (cessione di diritti d’autore).
Qui di seguito riportiamo la tabella presente sul sito dell’Agenzia dell’Entrate:
Ritenuta d’acconto 2020: tipologie di reddito | Aliquota della ritenuta | Base imponibile |
Compensi per prestazioni di lavoro autonomo anche occasionale | 20% | 100% |
Compensi per cessione diritti d’autore da parte dello stesso autore: | ||
– soggetti di età superiore a 35 anni | 20% | 75% |
– soggetti di età inferiore a 35 anni | 20%; | 60% |
Compensi per l’assunzione di obblighi di fare, non fare e permettere | 20% | 100% |
Compensi ad associati in partecipazione che apportano solo lavoro | 20% | 100% |
Partecipazione agli utili di soci fondatori o promotori | 20% | 100% |
Compensi di qualsiasi natura per prestazioni di lavoro autonomo anche occasionale corrisposti a soggetti non residenti | 30% | 100% |
Compensi per cessione di opere d’ingegno, brevetti industriali, marchi d’impresa, formule, ecc. corrisposti a soggetti non residenti | 30% | 100% |
Qui a seguire portiamo un esempio di fattura con ritenuta di acconto emessa da liberi professionisti.
Partiamo dall’assunto che la ritenuta d’acconto si può riassumere in un dato percentuale:
Quindi l’importo per il calcolo cambia in base al soggetto che emette fattura a prescindere con o senza cassa previdenziale.
Totale fattura = compenso + rivalsa INPS + IVA
Ritenuta d’acconto = (compenso + rivalsa INPS) x 20%
La ritenuta d’acconto si calcola sul compenso più la rivalsa INPS (qui non li mettiamo ma se esistono vanno aggiunti eventuali rimborsi spese).
Ora per calcolare il netto dovuto che deve versarti il cliente si deve procedere con la seguente formula:
Netto = Totale fattura – Ritenuta d’acconto
Totale fattura = compenso + rivalsa INPS + IVA
Ritenuta d’acconto = compenso x 20%
La ritenuta d’acconto si calcola sul solo compenso (qui non li mettiamo ma se esistono vanno aggiunti eventuali rimborsi spese).
Ora per calcolare il netto dovuto che deve versarti il cliente si deve procedere con la seguente formula:
Netto = Totale fattura – Ritenuta d’acconto
In sostanza la differenza tra le due figure è considerare la presenza di una cassa previdenziale a cui è iscritto il professionista.
Fatti i dovuti calcoli ora puoi inoltrare l fattura al tuo cliente per ottenere il giusto compenso; ricordati di registrare gli importi secondo le specifiche richieste dall’Agenzia delle Entrate.
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